Entrambi gli arcivescovi sotto la protezione della Beata Vergine di San Luca:
Card. Carlo Caffarra
Saluto di S. Em. Card. Carlo Caffarra
alla Beata Vergine di S. Luca, 17 Maggio 2015
Santa Madre di Dio: tu sei nostro presidio e nostro onore.
Nel cammino che ti accompagna a casa, abbiamo voluto fare memoria del 70.mo anniversario della Liberazione della nostra Nazione. Custodisci sempre la nostra città nella pace di una vita operosa.
Aiuta i nostri amministratori a creare il vero bene comune.
Dona alle nostre famiglie il benessere spirituale e materiale.
Illumina chi nella scuola ha la responsabilità dell’educazione delle giovani generazioni: sappiano mettere sempre al primo posto questo bene, il più prezioso nella società civile.
Sii conforto e speranza a chi ha perso il lavoro o a chi non ci ha accesso.
Consentimi ora anche di raccomandarti la mia povera persona. Sta per iniziare l’ultimo capitolo della mia vita. Breve o lungo è mistero della divina provvidenza. Guidami in questi anni perché incontri il volto festivo del tuo Figlio: Lui che ho desiderato, Lui che ho amato. Così sia.
Arcivescovo Matteo Maria Zuppi
Saluto dell’Arcivescovo neoeletto di Bologna S.E. Mons. Matteo Maria Zuppi ai fedeli dell’Arcidiocesi bolognese, 27 ottobre 2015
Carissimi e carissime,
mi rivolgo a voi con la familiarità che c’è per l’essere fratelli e sorelle. Lo siamo e lo scopriremo assieme. Quella di oggi non si può proprio dire che sia una sorpresa, considerando le tante anticipazioni pubblicate in queste settimane, iniziate ben prima che il diretto interessato sapesse qualcosa.
Io, comunque, sono in realtà pieno di stupore. La vita del Vangelo apre sempre nuovi orizzonti, impensati, imprevedibili, appassionanti. È lo stupore di Pietro quando vede i tanti frutti inaspettati e si rende conto di quanto è peccatore. La grazia è sempre immeritata. La creta resta creta, anche se in essa è riversato il tesoro dell’amore di Dio. Conosco il mio limite e lo avverto ancora di più pensando alla lunga storia di santità della vostra Chiesa di Bologna. Vogliatemi bene e vogliatemi bene per quello che sono. Il vostro amore mi cambierà. Mons. Romero amava dire: «Io credo che il vescovo ha sempre molto da apprendere dal suo popolo». Avverto il mio personale limite, ma ho anche la consapevolezza che è Lui che chiama e non farà mancare la sua provvidenza. Questo mi riempie di serenità e fiducia. Inizia per me un nuovo servizio, insieme a voi. Camminerò volentieri assieme a voi, perché la Chiesa è mistero di comunione, visibile e invisibile, famiglia dove paternità e fraternità non possono mai pensarsi una senza l’altra.
Ringrazio Papa Francesco per la fiducia. È il mio unico titolo con il quale mi presento a voi. Ringrazio il Cardinale Caffarra del suo servizio di questi anni, generoso ed intelligente e gli assicuro la mia fraternità ed amicizia. Penso al compianto Cardinale Biffi e ai tanti che hanno lavorato prima di noi nella messe dove io e voi siamo chiamati ad andare a lavorare, mietendo quello che altri hanno seminato. Ringrazio e sento la responsabilità di seminare con voi, a nostra volta, perché altri possano raccogliere frutti. Il tempo è davvero superiore allo spazio! Questo anno Papa Francesco lo ha proclamato anno della misericordia. Non poteva essere migliore inizio. Ci metteremo assieme per strada, senza borsa e bisaccia, con l’entusiasmo del Concilio Vaticano II, per quella rinnovata pentecoste che Papa Benedetto si augurava. Me lo ha suggerito il Vangelo di domenica scorsa, quello dell’incontro di Gesù con Bartimeo, cieco e mendicante. Il Signore non rimprovera chi chiede, anche se lo fa in maniera inopportuna. Egli si ferma, chiama vicino e ascolta, per trovare la risposta alla domanda che agitava quell’uomo, per comprendere la sua richiesta, così umana e drammatica, di luce e di futuro. Gesù non condanna ma usa misericordia «invece di imbracciare le armi del rigore», come diceva Giovanni XXIII. Infatti senza ascolto e senza misericordia si finisce tristemente per vedere, come continua Giovanni XXIII, «certo sempre con tanto zelo per la religione», ma solo «rovine e guai».
A cinquanta anni dal Concilio voglio provare, con voi, a guardare il mondo e ogni uomo ancora con quella «simpatia immensa», volendo la Chiesa di tutti proprio di tutti, ma sempre particolarmente dei poveri. Insieme faremo un pezzo di strada. Con la gioia del Vangelo. Mi perdonerete all’inizio qualche inflessione romana. Ma c’è una parola che imparerò subito, perché voi la pronunciate con un accento che mi ha sempre ricordato un tratto molto materno: «teneressa». È quella che chiedo alla Madonna di San Luca, perché mi e ci protegga.
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Con l’invocazione allo Spirito Santo la nostra comunità saluta l’Arcivescovo emerito Carlo Caffarra e accoglie il nuovo Arcivescovo Matteo Maria Zuppi.
Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore.