“A Messa figlioli!” *
* A ricordo del Cardinal Lercaro
La nostra chiesa è pronta, adesso dobbiamo preparare il nostro spirito.
Abbiamo rispettato le disposizioni di distanza e segnalato i comportamenti da adottare. Confidiamo nel rispetto delle regole dei nostri fratelli che parteciperanno.
manifesto-1_2176.pdf
18 MAGGIO
Decreto riaperture: cosa cambia dal 18 maggio
in sintesi:
PARTECIPAZIONE ALLA SANTA MESSA
Protocollo circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo.
1.3. L’accesso alla chiesa, in questa fase di transizione, resta contingentato e regolato da collaboratori che – indossando adeguati dispositivi di protezione individuale, mascherine, guanti monouso e un evidente segno di riconoscimento – favoriscono l’accesso e l’uscita e vigilano sul numero massimo di presenze consentite.
1.5. Coloro che accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni liturgiche sono tenuti a indossare mascherine senza filtro.
1.6. Venga ricordato ai fedeli che non è consentito accedere al luogo della celebrazione in caso di sintomi influenzali/respiratori o in presenza di temperatura corporea pari o superiore ai 37,5° C.
1.7 Venga ricordato ai fedeli che non è consentito l’accesso al luogo della celebrazione a coloro che sono stati in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti.
Come si realizzano queste disposizioni:
Per la gestione degli accessi saranno previsti dei volontari, siano facilmente identificabili, che accolgano i fedeli e diano loro le indicazioni utili. Essi controlleranno il flusso di entrata e uscita e il numero dei partecipanti. Indosseranno adeguati dispositivi di protezione individuale, mascherina senza filtro e guanti monouso.
- I fedeli dovranno abituarsi a mantenere le distanze stabilite, evitando di avvicinarsi gli uni agli altri, di darsi la mano, di avere contatti e di inginocchiarsi. Questo anche in occasioni liete o dolorose quando viene spontaneo esternare nei gesti la propria vicinanza o può sembrare scortese il non farlo.
- I fedeli indosseranno sempre le mascherine, senza filtro, così come prevede la normativa per i luoghi aperti al pubblico.
- Si omette lo scambio della pace.
- Per la Santa Comunione si resta al proprio posto e se si desidera riceverla ci si alza in piedi diversamente ci si siede.
La disponibilità che offre la nostra chiesa riferita alla planimetria e alle disposizioni suddette è qui rappresentata dai posti evidenziati dal colore verde (2 per panca)
VI DOMENICA DI PASQUA
17 maggio 2020
V DOMENICA DI PASQUA
10 maggio 2020
IV DOMENICA DI PASQUA
3 maggio 2020
Santa Messa
.
III DOMENICA DI PASQUA
26 Aprile 2020
Santa Messa
FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA 19 aprile 2020
invito di sua Em. Cardinale Matteo Maria Zuppi ad addobbare le nostre finestre domenica di Pasqua per ricordare che
Risorge il Signore risorge la Vita
Domenica di Resurrezione di
Nostro Signore Gesù Cristo
sarà possibile partecipare, virtualmente, alla Santa Messa di Pasqua
celebrata da Don Giulio a porte chiuse collegandosi a questo link:
https://youtu.be/2SCsW7gRl58
Vista la difficoltà di accedere alle Chiese per i riti della Settimana Santa Don Giulio ha adattato il rito della benedizione delle uova di Pasqua a dimensione familiare (PDF):
Santa Messa di Giovedì Santo 2020
“Giovedì santo in streaming?” avevamo aggiornato con questo titolo questa pagina dopo aver informato i parrocchiani che avremmo sperimentato la modalità a distanza per seguire la Santa Messa celebrata da Don Giulio.
Ci siamo riusciti adesso sappiamo che è possibile; una piccola soddisfazione in questi momenti di grossa difficoltà.
Giovedì Santo
in streaming?
Carissimi parrocchiani e amici,
visto il perdurare della pandemia e non essendo possibile nessuna ipotesi sugli sviluppi futuri della nostra vita sociale, vorremmo sperimentare la visione della Santa Messa celebrata da Don Giulio in diretta attraverso la modalità streaming.
Vorremmo pertanto capire eventuali costi e individuare l’interesse di parrocchiani ed amici al fine di ipotizzare la convenienza organizzativa di questo servizio a regime domenicale.
Le due sperimentazioni saranno
- oggi giovedì 9 aprile alle ore 19 per la Messa “in cena Domini”
- domenica 12 aprile ore 10 (o 10,30) per la Messa della Resurrezione.
Probabilmente in tanti seguiranno trasmissioni “ufficiali” con le dirette del Santo Padre o del Cardinale Zuppi. Però, gettare un occhio anche sulle celebrazioni “a porte chiuse” tenute dal nostro parroco nella chiesa dei Ss. Vitale e Agricola, sarebbe una cosa sicuramente bella.
Vi saremmo grati di un riscontro:
- da chi avrà partecipato alla sperimentazione chiederemmo un parere sulla qualità del servizio e la facilità all’accesso;
- da tutti una valutazione da 1 a 10 (dove 10 è il max) sull’interesse a confermare questo servizio, nella prospettiva delle domeniche a venire.
Speriamo, con questo, di venire incontro a coloro che non potranno uscire di casa, per rispettare le leggi vigenti. Auspichiamo che questa iniziativa consenta di mantenere un contatto (sia pure virtuale) con il Parroco e la sua comunità.
Grazie per il parere che potrete fornire e grazie ancora se potete inviare questo messaggio a persone di vostra conoscenza che potessero essere interessate.
Auguri di Santa Pasqua a tutte le famiglie.
Gigi S., Francesco V. e Luigi R.
Ecco il link da cui , salvo imprevisti tecnici, sarà disponibile lo streaming di stasera, giovedì, dalle ore 19,00:
https://youtu.be/XEvQZhMEOOs
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Domenica delle Palme
Santa Messa a porte chiuse
La passione del Signore
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo Mt (forma breve: 27,11-54)
Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l’interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose «Tu lo dici». E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose attestano contro di te?». Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore. Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua». Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!». Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!». Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli». Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso. Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei!». E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo. Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui. Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei». Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!». Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d’Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo. Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!». E Gesù, emesso un alto grido, spirò.
Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
OMELIA (video)
V Domenica di Quaresima
Santa Messa a porte chiuse
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 11,1-45
In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Omelia (Video)
IV Domenica di Quaresima
Santa Messa a porte chiuse
VANGELO di GIOVANNI (Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38)
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.
Omelia (video)
CELEBRARE IN FAMIGLIA IL GIORNO DEL SIGNORE
cura dell’UFFICIO LITURGICO NAZIONALE della CEI
(sussidio)
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III Domenica di Quaresima
Santa Messa a porte chiuse
Liturgia della Parola e Omelia (video)