Carissimi,
nella preparazione alla Pasqua, in cui celebriamo la passione e risurrezione del Signore, ha un rilievo particolare, nella nostra tradizione bolognese, la visita del parroco, del diacono o di un loro collaboratore, alle famiglie della comunità parrocchiale. Percorrere le strade della parrocchia, suonare i campanelli alle porte delle case, incontrare qualche membro della famiglia, insieme pregare e implorare la benedizione del Signore è un momento bello.
La Benedizione alle famiglie è un’azione liturgica, è un gesto sacro e non profano, è un atto di fede; essa implica sempre la presenza di Cristo e della sua Chiesa significati dalla presenza del ministro e dei fedeli. Il ministro sacerdote o diacono ci rende visibile il Cristo Gesù cioè il più grande segno dell’amore del Padre per l’umanità afflitta, a volte disperata; Dio Padre nel suo infinito amore per l’uomo, immerso nelle fatiche e nelle sofferenze della vita quotidiana, ci ha mandato suo Figlio, perché aggrappati a lui, per mezzo dell’aiuto dello Spirito Santo, possiamo vincere tutti i mali di questo mondo ed entrare con lui nella gioia della vita eterna. Richiamando questi fondamentali pensieri del catechismo sulla benedizione, noi cogliamo la bellezza, la grandezza della nostra preghiera comune nell’incontro con le famiglie.
La Benedizione ci richiama i doni di Dio e la lode all’Onnipotente per quanto ci ha dato dalle cose materiali, fino a quelle più sublimi: il battesimo, la fede, la comunione, la messa.
Ogni domenica Gesù ci invita a riunirci fra noi e con lui per vivere l’evento della salvezza: la morte e la risurrezione sua e nostra. La risurrezione di Cristo, ci fa vedere in