Parrocchie di via San Vitale

Plantaverunt Ecclesiam Sanguine Suo

USO “PROFANO” DELLA CRIPTA

DAL 1808 AL 1891

“Con la costruzione della chiesa attuale, la cripta doveva essere usata come chiesa interna delle monache benedettine. Con la soppressione degli ordini religiosi, nel 1796, le monache lasciarono il loro convento, che fu venduto in parte all’ing. Giovanni B. Martinetti, e divenne un aristocratico e ricco palazzo. L’orto fu cambiato in un attraente e pittoresco giardino, e la cripta fu mutata in una grotta, «l’armonioso speco».

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La regina del luogo era la contessa Cornelia Martinetti Rossi «che ospite geniale e desiderata/raccolse in sua casa/gli uomini più illustri del secolo». II luogo, dato a raduni mondani e culturali in lieti conversari, giardino fiorito «ne freschi orezzi d’un armonioso speco», secondo la classica visione foscoIiana (Le Grazie, Inno II, v. 446 e seg.).

tratto da “La chiesa dei Santi Vitale e Agricola in Bologna”
Angelo Raule, Nanni Editore, 1962, pag. 47

 

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Scultore Giuseppe Parenti

“O giovinette Dee, gioia dell’inno,

per voi la bella donna i riti vostri

imita e le terrene api lusinga

nel felsineo pendio d’onde il pastore

mira Astrea che or del ciel gode e de’ tardi

alberghi di Nereo; d’indiche piante

e di catalpe onde i suoi Lari ombreggia

sedi appresta e sollazzi alle vaganti

schiere, o le accoglie ne’ fecondi orezzi

d’armonioso speco inviolate

dal gelo e dall’estiva ira e da’ nembi.”

Le Grazie, Inno II, Ugo Foscolo

 

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Ss. Vitale e Agricola in Arena

La Cripta. Recupero e restauro

Cronaca di Mons. Luigi Pedrelli 1889-1895

La “grande impresa” della Cripta

“La sconcertante vicenda dell’ “assassinio” della mille­naria confessione ha le sue radici, a fine ’700, nella forzata demanializzazione del complesso conventuale con estromissione delle Benedettine. Ma comincia in concreto il 6 aprile 1808, con la vendita dell’immobile, da parte della Commissione pei Locali Pubblica Istru­zione, al capomastro Domenico Bassani; e soprattutto il successivo 22 settembre, allorché il Bassani lo cede a Giovanni Battista Martinetti. Questi ha realizzato il suo famoso, bellissimo giardino, negli spazi ortivi già delle Suore di S. Vitale e in parte su quelli confinanti, già dei Frati di S. Giacomo. Poste le mani sulla cripta, ormai del tutto separata dalla Chiesa di S. Vitale, il ce­lebre ingegnere ed architetto ne fa sventrare le tre ab­sidi per collegare comodamente l’interno spazio col giar­dino. Indi fa mascherare da rocciosa “grotta” l’ambien­te sventrato, rivestendo pareti, volte e colonne d’un con­glomerato di calce-ghiaia per fingere anfratti, recessi, stalattiti, stalagmiti e via dicendo.

Martinetti accontenta così il gusto arcadico della bella e colta consorte, la contessa lughese Cornelia Barbara Rossi di San Secondo, e nasce così, nell’ambito del più noto “cenacolo” artistico-letterario della Bologna ottocentesca, quell’armonioso speco dai “fecondi orez­zi” che Ugo Foscolo — con tanti altri vip della cultura italiana ed europea — frequenterà, e canterà nel car­me Le Grazie (Inno II, Vesta, versi 454-455)”.

da “La Cronaca di Mons. Pedrelli” di Oriano Tassinari Ciò

“6 Gennaio 1891

Fu comunicata dal prof. Brizio al conte Bentivoglio la notizia che il Ministero domanda­va a qual punto erano i lavori della Cripta. Nello stesso giorno il conte Bentivoglio rispo­se con una lettera, di cui conservasi copia negli atti.”

da “Cronaca della Cripta di S. Vitale in Arena” di Mons. Luigi Pedrelli
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